hotel de prati ferrara antica locanda Alfonsa

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Storia

"Non lasciare che il passato ti dica chi sei, ma lascia che sia parte di chi diventerai."

 

La nostra storia inizia nel 1925 quando la bisnonna Alfonsa trasferisce al n° 7 di Via Padiglioni la sua fiorente attività di "bottiglieria". Non solo trattoria, ora anche albergo come dice la scritta sulla facciata: "Albergo Alfonsa". Poche camere, un forno "che vanta l'egemonia per il privilegio di possedere l'energia elettrica", una bella sala dove ospitare e soddisfare i cittadini di ogni ceto sociale grazie ai prezzi contenuti.Le cronache raccontano che a decretare il successo culinario dell'Alfonsa sono stati per primi i giornalisti della "Gazzetta" a cui poi seguirono artisti come Edmondo Fontana e Federico Bernagozzi e ancora "gli artisti lirici e di prosa che sostavano a Ferrara per le rappresentazioni...i quali nopn conoscevano altra cucina oltre a quella dell'Alfonsa". Molti di loro come Petrolini, Erminio Macario, Lina Pagliughi, Nicolò Carosio, Gino Neri, soddisfatti di vitto e alloggio, lasciavano fotografie autografate che, incorniciate, facevano bella mostra di sè arredando la sala del ristorante.Il compositore Pietro Mascagni come ringraziamento per una gradita cena scrisse: "Alla signora Alfonsa che ha saputo nutrire il mio stomaco con grande intelligenza, esprimo la mia gratitudine. Sinceramente. Pietro Mascagni". I pittori invece avevano il permesso di servirsi, come cavalletto, delle panche e delle sedie del locale mentre la pittrice Felicita Frai, allieva di Achille Funi, che per mesi qui alloggiò, dipinse in Metamorfosi Ferrarese "il gatto nero dell'ostessa Alfonsa".

Le straordinarie capacità culinarie dell'Alfonsa si esprimevano pienamente nella preparazione dei piatti tipici ferraresi eseguiti a regola d'arte. Quindi Cappelletti "frolli, con battuto perfetto e chiusura ermetica", Passatelli, Pasticcio di maccheroni "un trionfo per cottura e qualità", Salamina da sugo, Cappone e Dolci come Miottini, Biscotti, Crostoli, Torta di tagliatelle e lo squisito Creme Carmel, ancora oggi amatissimo in famiglia.

Le indicazioni sul suo ricettario sono precise, quasi affettuose quando parla di come maneggiare, impastare, tirare la sfoglia e scandite da un tempo lungo che doveva essere quello di una preparazione elaborata e quello delle stufe e della cenere su cui fare riposare e tenere al caldo le vivande per la riuscita migliore. Tanta cura e passione sono state "la ragione della notorietà dell'Alfonsa" , non meno del suo carattere gioviale e schietto. Determinata e intelligente dava una impronta personalissima e femminile all'albergo e al ristorante. Accoglieva gli ospiti con il suo innato buonumore e in nome della convivialità era capace di dare attenzione a tutti i suoi commensali dal più famoso all'uomo della strada. Con loro si intratteneva a parlare dei casi della vita e sovente "svelava a viva voce i misteri che si nascondevano fra il bagliore delle teglie di rame e il dibattersi dei frulli".

Alfonsa morì nel gennaio 1944 durante il bombardamento sulla città di Ferrara nel rifugio della Banca d'Italia, a pochi passi dal suo albergo, in cui insieme ad uno dei figli e ad altri cittadini aveva cercato riparo. Dopo la sua morte l'albergo ha proseguito la sua storia fino a giungere a noi che con onore e orgoglio  ne abbiamo ripreso lo spirito e l'atmosfera.

 

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